Denti sensibili, un problema spesso sottovalutato!

Denti sensibili, un problema spesso sottovalutato!

L’ipersensibilità dei denti agli agenti termici è un sintomo molto comune, troppo spesso sottovalutato dal paziente. È dovuto all’esposizione della dentina, che è la struttura portante del dente. Ma vediamo più nel dettaglio cosa si intende per denti sensibili e come intervenire per risolvere il problema.

Una protezione fondamentale

La dentina racchiude la polpa ed è fisiologicamente sensibile, perché attraversata da tubuli che contengono fibre nervose. Questa, in condizioni fisiologiche, è coperta dallo smalto e dalla gengiva, per cui non è a contatto con l’ambiente orale e non è esposta direttamente al caldo e al freddo. Quando a causa di fattori traumatici, che vedremo successivamente, questa si trova a non essere più ricoperta dalla smalto oppure dalla gengiva a livello radicolare, risponde con il dolore a stimoli di varia natura.

4 fattori di rischio

I fattori che predispongono all’ipersensibilità dentinale possono essere di diverso tipo:

  1. Abrasioni: sono dovute ad uno spazzolamento non corretto. Adoperando eccessiva forza o una tecnica incongrua, unitamente all’uso di dentifrici abrasivi e spazzolini di cattiva qualità. Queste abitudini scorrette provocano una progressiva abrasione dello smalto, in particolare a livello del colletto dentale, dove lo strato è di spessore inferiore.
  2. Erosioni: sono dovute ad un eccessivo consumo di bevande o alimenti acidi (succhi di frutta, spremute di agrumi, yogurt, bibite gasate) che corrodono lo smalto. In questo modo la dentina sottostante viene esposta agli agenti esterni. Gli stessi acidi, inoltre, così come l’accumulo di placca, tendono ad esporre velocemente i tubuli dentinali aumentando le aree di comunicazione tra il cavo orale e le fibre nervose responsabili degli stimoli dolorosi. Il medesimo meccanismo d’azione descritto per gli alimenti e le bevande acide si verifica anche nei soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia), a causa del pH fortemente acido del vomito e anche nei pazienti affetti da reflusso gastro-esofageo per l’azione continua del contenuto gastrico acido sui tessuti dentari.
  3. Parafunzioni: le parafunzioni come il bruxismo, a causa dell’usura progressiva dovuta al digrignamento tra le superfici dentarie, portano ad una esposizione del tessuto dentinale e quindi alla possibilità di ipersensibilità.
  4. Iatrogene: l’ipersensibilità dentinale iatrogena compare come effetto collaterale indesiderato di alcuni trattamenti odontoiatrici, in primis sbiancamenti professionali effettuati con prodotti inappropriati, terapie parodontali come le levigature radicolari o la chirurgia resettiva, oppure procedure di protesi quali la preparazione di monconi per corone.

Come abbiamo visto i fattori scatenanti la sensibilità dentinale sono molteplici, per risolvere il problema in tempi rapidi è consigliabile quindi contattare subito il proprio dentista per una visita specialistica.

Sensibilità dei denti ed età del paziente

L’ipersensibilità può interessare qualsiasi paziente a qualsiasi età, ma c’è una maggiore prevalenza nella popolazione nella fascia compresa tra i 20 e i 40 anni, in modo particolare nelle donne e nei soggetti affetti da malattia parodontale.

Terapie e rimedi

Le terapie si differenziano in base alla causa e alla gravità del problema:

1. Forte sensibilità ai denti. Le terapie professionali prevedono l’impiego di principi attivi che contrastano l’insorgenza dell’ipersensibilità attraverso il sigillo dei tubuli dentinali da parte del dentista: ricostruzione del tessuto dentale consumato, guarigione e ricoperture delle recessioni gengivali, confezionamento di bite per trattamenti contro il bruxismo, rifacimento di protesi incongrue.

2. Leggera sensibilità. Le terapie domiciliari prevedono invece l’utilizzo di dentifrici e/o collutori specifici per denti sensibili a base di nitrato di potassio e fluoruro stannoso attenendosi a queste semplici regole:

  • Praticare una corretta tecnica di igiene orale.
  • Usare un dentifricio specifico per i denti sensibili.
  • Non esagerare nel consumo di alimenti acidi che possono comportare l’usura dello smalto dei denti, quali succhi di frutta, vino, aceto e bibite gasate.
  • Andare regolarmente dal dentista/igienista dentale per sottoporsi a una pulizia professionale dei denti.

Un piccolo promemoria per tutti!

I maggiori alimenti acidificanti sono:

  • carni grasse
  • pesce e crostacei
  • salumi e affettati
  • uova
  • formaggi (grana, Emmental, pecorino, mozzarella,formaggio molle),
  • prodotti da forno e di pasticceria
  • cereali, pasta e fritti
  • caffè e tè
  • cioccolata e cacao
  • alcolici e bibite gassate
  • confetture con zucchero bianco

Tutti i latticini e loro derivati sono produttori di acidi, soprattutto il formaggio fuso,i formaggi freschi e bianchi, i formaggi stagionati o fermentati, la panna, il burro e anche il latte stesso. Le leguminose secche come i fagioli, i piselli, le lenticchie i ceci e soprattutto la soia e i suoi derivati sono anch’essi acidificanti.

Quelli alcalinizzanti invece sono:

  • Leguminose fresche ( fagioli freschi, i piselli freschi o surgelati, le fave e i germogli).
  • Frutta acida (Ananas, Prugna fresca, Mela verde, Limone,Uva verde, Arancia, Fragola, Ribes, Kiwi, Mandarino, Maracuja, Mango).
  • Frutta dolce (Banana , Cachi , Anguria, Pera , Mela rossa,Uva rossa ,Melone, Avocado, Papaya , Cocco, Pesca).

Entrambe le tipologie di frutta hanno un effetto alcalinizzante. Se però quella acida viene associata ai carboidrati può portare all’acidifcazione di un determinato tessuto.

Per risolvere il problema della sensibilità dentinale è essenziale effettuare una accurata anamnesi del paziente e una attenta diagnosi per formulare la terapia più adatta al caso specifico.

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.